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Chiese » Sant'Abbondio
Presso il grande altare, un quadro seicentesco probabilmente di Giovan Battista Recchi, rappresenta il miracolo di S. Abbondio che, con la resurrezione di un bambino, avrebbe indotto molti pagani alla conversione. La scena si inserisce prospetticamente sullo sfondo con le navate del Duomo. Ancora prima, nel trecento, un ciclo di affreschi decorò la allora chiesa benedettina: episodi della vita di Cristo si susseguono nell'abside lasciando spazio ai dettagli tipici di una descrittività tutta lombarda: il catino presenta Cristo affiancato da Maria e Giovanni e nel coro tra lesene sono ritratti i re della stirpe davidica. Gli autori, anonimi, sono probabilmente gli stessi degli affreschi di S. Margherita, ora esposti alla Pinacoteca civica. S. Abbondio, fondata da una comunità di monaci benedettini nel sec. XI, si erige su cinque navate: la centrale è sorretta da piloni circolari in muratura; le laterali da colonne in pietra, molte delle quali di epoca romana. Da tanta rigorosa semplicità si distingue il corredo scultoreo che orna il coro. I due campanili risalgono allo stesso periodo ma uno dei due venne ristrutturato nell'ottocento. Liste di pietra più chiara tracciano sul pavimento le linee di una storia non ancora finita. Un luogo precedette l'abbazia e il monastero, anch'esso sacro, era dedicato ai santi Pietro e Paolo. Su questo, una basilica paleocristiana a navata unica, probabilmente del sec. V, fu edificata seguendo l'orientamento originario, la prima S. Abbondio: qui venne sepolto il patrono.