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Sant'Abbondio

Per il suo sviluppo in verticale, la copertura in tavolato e capriate e le due torri campanarie gemelle, costituisce un tipico caso di romanico comasco. Fu consacrata nel 1095 da papa Urbano II ma la sua storia è più antica. I restauri ottocenteschi riesumarono i tratti più antichi della sua vicenda, senza cancellare tracce di modifiche più recenti. Il sasso di Moltrasio, con cui fu quasi interamente costruita, ha assunto nel tempo i toni del grigio pallido. Da abbazia benedettina fu trasformata in nel 1458 in commenda e nel 1616 fu divisa tra le monache agostiniane e gli affidatari. Gli interventi che la modificarono nel sec. XVI, verranno eliminati con i restauri ottocenteschi. L'occhio attento, scorrendo sulle murature esterne, ammirerà il sapiente inserto del cotto negli archetti pensili e l'uso dei blocchi di sarizzo.
Presso il grande altare, un quadro seicentesco probabilmente di Giovan Battista Recchi, rappresenta il miracolo di S. Abbondio che, con la resurrezione di un bambino, avrebbe indotto molti pagani alla conversione. La scena si inserisce prospetticamente sullo sfondo con le navate del Duomo. Ancora prima, nel trecento, un ciclo di affreschi decorò la allora chiesa benedettina: episodi della vita di Cristo si susseguono nell'abside lasciando spazio ai dettagli tipici di una descrittività tutta lombarda: il catino presenta Cristo affiancato da Maria e Giovanni e nel coro tra lesene sono ritratti i re della stirpe davidica. Gli autori, anonimi, sono probabilmente gli stessi degli affreschi di S. Margherita, ora esposti alla Pinacoteca civica. S. Abbondio, fondata da una comunità di monaci benedettini nel sec. XI, si erige su cinque navate: la centrale è sorretta da piloni circolari in muratura; le laterali da colonne in pietra, molte delle quali di epoca romana. Da tanta rigorosa semplicità si distingue il corredo scultoreo che orna il coro. I due campanili risalgono allo stesso periodo ma uno dei due venne ristrutturato nell'ottocento. Liste di pietra più chiara tracciano sul pavimento le linee di una storia non ancora finita. Un luogo precedette l'abbazia e il monastero, anch'esso sacro, era dedicato ai santi Pietro e Paolo. Su questo, una basilica paleocristiana a navata unica, probabilmente del sec. V, fu edificata seguendo l'orientamento originario, la prima S. Abbondio: qui venne sepolto il patrono.